UNA TERRA DI MEZZO

L’elemento più caratterizzante di questo territorio, che comprende i comuni di Alfonsine, Bagnacavallo, Conselice e Russi, è l’insieme dei diversi fiumi che, scorrendo paralleli dall’Appennino verso il mare, hanno inevitabilmente influenzato gli insediamenti abitativi e le attività sociali ed economiche nel corso del tempo. Il Lamone, il Senio, il Santerno insieme al più importante Reno, antico Po di Primaro, hanno dunque segnato i confini e determinato le trasformazioni di questo paesaggio padano.

 

L’area, già abitata fin dall’età del bronzo, come testimoniano i numerosi reperti ritrovati, si espandeva in un grande paesaggio vallivo, con acque stagnanti e paludose, canneti e boschi, a causa dei numerosi e frequenti allagamenti.  Lo sfruttamento delle risorse di questo particolare ambiente ha fatto sì che le popolazioni abbiano sviluppato attività specializzate in campo agricolo, con prevalenza delle coltivazioni di riso, e in ambito commerciale, con la produzione di manufatti realizzati con piante palustri. Le estese bonifiche, che hanno interessato anche questo territorio, hanno poi dato grande impulso all’agricoltura estensiva cerealicola e ortofrutticola. La vicinanza di importanti città come Ravenna, Imola e Faenza ha dato oggi ulteriore impulso economico a quest’area grazie alla sua posizione strategica per traffici commerciali e turistici. Una terra dunque ricca di testimonianze artistiche e culturali che ripercorrono l’intero arco della sua storia, antica e moderna.

 

LA BASSA ROMAGNA

 

Gran parte del territorio romagnolo si colloca in un contesto ambientale modificato dalla bonifica. Conselice sorgeva sulle ultime acque del Po di Primaro ed era un porto vallivo soggetto ad inondazioni. Le numerose dimore signorili documentano come il paese vivesse di un economia agricola e di valle in mano ai grandi latifondisti. A dimostrazione di come l’area sia ancora vulnerabile alla presenza dell'acqua, esiste una zona umida realizzata ai fini idraulici a protezione del centro abitato: il “Boschetto di Via Gabriella Dalle Vacche”.

 

Sorto in un’area ricoperta da valli e terre palustri, il Comune di Alfonsine deve il suo nome ad Alfonso Calcagnini che, per primo, avviò le opere di bonifica concessa da Borso D’Este nel 1464. L’impianto urbanistico odierno è totalmente diverso da quello precedente la Seconda Guerra Mondiale: Alfonsine, infatti, nel 1945 è stata quasi completamente rasa al suolo poiché la linea del fronte si fermava lungo il fiume Senio. L’origine del nome di Bagnacavallo è controversa: secondo la tradizione, in questa zona vi sarebbe una fonte curativa per i cavalli tra i cui fruitori compare anche l’imperatore Tiberio. Un'altra ipotesi, più attendibile, è quella che localizza in prossimità del centro abitato un guado del fiume per attraversare il quale era necessario bagnare la cavalcatura. Di sicuro il nome compare solo dal X secolo, anche se l’insediamento è molto più antico, con testimonianze risalenti dell’età del bronzo. Nella città, costruita su pianta di origine medioevale, è possibile ammirare numerosi edifici religiosi e palazzi antichi, ma non mancano neppure le testimonianze del patrimonio tradizionale e aree naturalistiche di pregio come l’Ecomuseo delle Erbe Palustri e il Podere Pantaleone.

 

RUSSI

 

L’origine di Russi è molto antica: alcuni ritrovamenti, infatti, sono stati datati tra la fine del VII e l’inizio del VI secolo a.C. Spesso contesa per la sua favorevole posizione, al centro di una vasta pianura, nel corso dei secoli la città è stata dotata di sistemi difensivi e di protezione come la Rocca, un forte risalente al 1300 voluto dalla potente famiglia dei Da Polenta di Ravenna. Oggi ospita il Museo Civico dove sono esposti reperti provenienti dalla Villa Romana ed una pinacoteca. Scoperta per caso nel 1938 e risalente al I secolo d.C. la Villa Romana di Russi rappresenta un eccezionale ritrovamento per la completezza della costruzione agricoloindustriale e per i mosaici. La zona archeologica vera e propria è circondata dall’Oasi ecologica della Villa Romana, un’area di riequilibrio ecologico il cui nucleo fondamentale è un ex bacino di cava allagato, che propone le varietà di flora tipiche che vanno dalle zone più umide a quelle più secche.

 

L’attuale forma della città è di epoca settecentesca e si è venuta a creare con la ricostruzione avvenuta dopo un devastante terremoto che colpì la Romagna alla fine del XVII secolo. Interessante è il Palazzo San Giacomo, la bella residenza estiva dei conti Rasponi, in cui trova spazio un vasto ciclo di affreschi a tema allegorico e mitologico. Nella vicina frazione di San Pancrazio è stato allestito il Museo della Vita Contadina in Romagna che espone attrezzi di uso quotidiano delle campagne.