GLI ITINERARI DEL BIRDWATCHING

NELLE TERRE DEGLI ESTENSI

 

L’itinerario inizia a Mesola, antica tenuta Estense, dove si trova il cinquecentesco castello nel quale è stato recentemente allestito il Museo del Bosco e del Cervo. A pochi chilometri da Mesola si trova la Riserva Naturale Orientata Dune Fossili di Massenzatica, la prima tappa per il birdwatching. Seguendo le indicazioni, dapprima per la S.S. 309 Romea e poi per Bosco Mesola, si raggiunge la Riserva Naturale Gran Bosco della Mesola, dove si può fare una sosta per il birdwatching o cercare di avvistare il Re del Bosco: il Cervo delle dune. Nelle vicinanze del Bosco si trova Torre Abate, manufatto idraulico del 1569 e testimonianza della grande bonifica estense.

 

Nel pomeriggio, è possibile effetuare un’escursione in barca nella Sacca di Goro con partenza da Goro o da Gorino oppure seguire le altre indicazioni riportate nelle schede e fermarsi in Valle Dindona ottimo sito per osservazioni ornitologiche situato lungo la strada che da Goro va verso Gorino. Poco più avanti si incontra un caratteristico ponte di barche che unisce la sponda emiliana a quella veneta del Delta. Una sosta al porto di Gorino permette di
conoscere l’economia principale di questa terra, l’allevamento di Cozze e Vongole. Nelle panetterie dei paesi si può acquistare la “coppia ferrarese”, un pane tipico della zona riconosciuto con l’IGP, oltre a dolci secchi da assaporare con i vini delle sabbie prodotti nelle terre del Delta. Da acquistare anche gli asparagi verdi, che in primavera nelle campagne del basso ferrarese si possono trovare ovunque.

ANTICHE PIETRE

 

Anche questo itinerario parte da Mesola, grazioso centro ai margini della S.S. 309 Romea, impreziosito dal possente Castello, ultima delizia estense che rappresenta un ottimo punto di riferimento. Da qui lungo la statale 309, seguendo le indicazioni per Ravenna, si arriva alla millenaria Abbazia di Pomposa, un sito di notevole bellezza e di grande importanza storica e artistica che senza dubbio merita una sosta. Superata l’abbazia si trovano sulla sinistra le indicazioni per il Lido di Volano, dopo qualche chilometro si arriva all’Oasi di Canneviè, prima tappa del nostro itinerario che impegna tutta la mattinata. L’oasi offre diverse possibilità anche per il pranzo, due ristoranti ed un bar per qualsiasi esigenza.

 

Per il pomeriggio si possono prevedere più soluzioni: adiacente all’oasi si trova la Torre della Finanza, realizzata nei primi del ‘700 per mantenere la difesa armata del porto ed esercitare il controllo dei traffi ci commerciali che si svolgevano alla foce di questo ramo del Po, un ottimo punto per osservare dall’alto le Valli Bertuzzi, la pineta ed il canneto che caratterizzano la foce del Po di Volano. Sull’altro lato del fi ume si trova il Lido di Volano, la scheda dedicata a questo sito contiene tutte le indicazioni necessarie e una volta ripresa l’auto, si prosegue lungo la strada panoramica Acciaioli che costeggia le Valli Bertuzzi e il Lago delle Nazioni.

PONTI, CANALI ED ARGINI

 

Il punto di partenza di questo itinerario è la città di Comacchio. Vale la pena fermarsi per una passeggiata nel centro storico ricco di ponti e di colorate abitazioni che si rifl ettono nei canali. Da non perdere il Museo Delta Antico e la Manifattura dei Marinati, l’antica fabbrica dove si marinava il pesce di Valle, oggi presidio Slow Food per la produzione della tradizionale anguilla marinata delle Valli di Comacchio. Volendo fermarsi per il pranzo, non c’è che l’imbarazzo della scelta.

 

L’appassionato di birdwatching dove invece alzarsi di buon’ora e recarsi a Stazione Foce nelle Valli di Comacchio, a pochi km dal centro abitato e seguire i percorsi consigliati nella scheda di riferimento. In questo caso si tenga presente che per il pranzo c’è solo un punto ristoro con apertura stagionale.

 

Il pomeriggio del birder prosegue poi tra l’Oasi di Valle Zavelea, l’Argine Agosta, la penisola di Boscoforte e sull’argine del Reno lungo il lato Sud delle Valli di Comacchio. Gli instancabili, una volta preso il traghetto per Sant’Alberto, possono far rientro a Comacchio seguendo la S.S. 309 Romea fermandosi per le ultime osservazioni presso le Vene di Bellocchio e Valle Ancona. Al rientro lungo la strada Romea si incontra la stazione di pesca di Bellocchio col caratteristico lavoriero, dove di frequente stazionano diversi tipi di aironi e gabbiani tra cui il Gabbiano roseo.

PAESAGGI DI BONIFICA

 

Partendo da Comacchio si seguono le indicazioni per Ostellato per raggiungere le omonime Vallette. Una volta imboccata la strada Mondo Nuovo, dopo otto chilometri, si incontra un’area di ripristino ambientale composta da una serie di laghetti con canneto e prati umidi che possono regalare piacevoli sorprese al birder. Le Vallette di Ostellato si trovano all’ingresso del centro abitato di Ostellato e sono attrezzate con diverse strutture ricettive e ricreative.

 

Dopo aver visitato le Vallette, l’itinerario proposto è quello verso l’Oasi delle Anse Vallive di Porto - bacino di Bando. L’oasi ha orari di apertura regolamentati, ma anche dall’esterno è possibile osservare il volo di anatre e cicogne. Durante il periodo invernale sono facilmente avvistabili stormi di Oche lombardelle e granaiole che pascolano nella campagna circostante. Per il pranzo si consigliano agriturismi e trattorie della zona che propongono ottimi menù locali.

 

La tappa successiva è costituita dalle Oasi Val Campotto e Oasi di Valle Santa di Argenta. Si consiglia la visita dell’idrovora del Saiarino, splendido esempio di archeologia industriale, della Pieve di San Giorgio ed il Museo delle Valli di Argenta Oasi di Val Campotto. Da Argenta si può tornare a Comacchio seguendo le indicazioni per San Biagio, Filo d’Argenta e Longastrino, un percorso che attraversa tutta la Bonifica del Mezzano e raggiunge l’argine Agosta che costeggia le Valli di Comacchio.

PINETE E BOSCHI ALLAGATI

 

Ravenna è il punto di partenza ideale per raggiungere le aree naturalistiche limitrofe e offre al tempo stesso la possibilità di visitare luoghi di grande importanza storica ed artistica come la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, la Tomba di Dante, il Mausoleo di Galla Placidia e la Basilica di San Vitale.
In alcune chiese c’è la possibilità di fare un curioso birdwatching nei mosaici. Questo itinerario si sviluppa a Nord della città ed è una vera e propria “full immersion” in natura, con lunghe camminate e facili avvistamenti.

 

Una volta parcheggiata l’auto, la prima tappa è la Pineta di San Vitale, proseguendo si raggiunge la Pialassa della Baiona, la visita impegna l’intera mattinata. In questi siti, oltre agli avvistamenti di avifauna presente, particolarmente interessanti sono anche la flora e la fauna. Lo stesso dicasi dell’adiacente Punte Alberete, un’oasi straordinariamente bella e fiorita all’inizio della primavera quand’è colorata di giallo dall’Iris e di bianco dal raro Campanellino. Non manca la possibilità di avvistare specie rare.

 

Ripresa la macchina si conclude la giornata con un ultimo sguardo, dalla torretta di avvistamento su Valle Mandriole alla ricerca di Spatole e Mignattai.

MOSAICI E LAGHI SALATI

 

Partendo da Ravenna e imboccando la Strada Adriatica in direzione Sud, si giunge a Fosso Ghiaia, abbandonando la Statale si entra nella Pineta di Classe. Un incantevole sentiero vi conduce ai punti di avvistamento (torretta e capanno) che si affacciano sull’Ortazzo. L’Ortazzino, invece, si può raggiungere in auto seguendo le indicazioni della scheda. Di grande interesse è anche la visita della pineta, dove si possono osservare diverse specie botaniche e trovare interessanti spunti per il biowatching. Questo percorso occupa l’intera mattinata, per il pranzo le soluzioni sono molteplici, si va dalla tipica piadina romagnola ai piatti a base di pinoli o altre specialità della Romagna.

 

Nel pomeriggio l’itinerario prosegue con la visita della Salina di Cervia, la porta di accesso Sud del Parco del Delta del Po con Centro Visite e diversi sentieri attrezzati che permettono di entrare in un ambiente di straordinaria bellezza e suggestione. Un altro punto di interesse è rappresentato dal Parco della Salina, dove ancor oggi si produce un sale marino integrale, raccolto e confezionato secondo il metodo tradizionale. L’antico ciclo del sale è testimoniato dalla Salina Camillone e dai seicenteschi Magazzini che ospitano il Museo del Sale.